cibo come riempitivo
Sostegno Nutrizionale per giorni speciali

Il cibo come “riempitivo”, la nuova routine da covid19

In questi giorni sembra che siamo diventati tutti cuochi, pasticceri, panificatori e imprenditori del fai da te!

Lo avete notato anche voi? Abbiamo usato il cibo come “riempitivo” di qualcosa che ci è mancato?

Dall’inizio di questo periodo di isolamento i social si sono affollati di persone affaccendate a fare cose. Un po’ è comprensibile, bisogna in qualche modo riempire il tempo!

Alla fine della prima settimana tutti avevano praticamente fatto una torta, la pizza e crostate di ogni tipo.

Ogni giorno alle 18 (più o meno) le dirette impazzano su ogni social possibile: c’è chi si allena, chi chiacchiera, chi cucina, chi fa lavoretti da riciclo.

Tuttavia c’è chi invece non fa niente! Non ha voglia di fare niente.

E va bene così, non credete?

A chi di voi è capitato?

Esiste questo grande contrasto: da un lato riempire il tempo è diventato quasi un lavoro, dall’altro c’è il “non fare niente”, o meglio “non fare sempre tutto, a tutti i costi, tutti i giorni alle 18!”

Io mi sono trovata in entrambe le fazioni, a giorni alterni. Lo confesso.

Cosa c’entra questo con la nutrizione?! Molto in realtà.

OGNUNO DI NOI HA SPERIMENTATO MOLTI SENTIMENTI IN QUESTE SETTIMANE, CHE SONO STATI ACCOMPAGNATI DA UN CIBO, UNA BEVANDA, UN GESTO CHE IN QUALCHE MODO CI HA “RIEMPITO”.

Per tutti, sia gli attivi, sia chi non ha avuto voglia di “fare”, ci sono stati momenti di noia o di vuoto. Questi momenti sono stati riempiti in qualche modo, e spesso è stato proprio il cibo il miglior  “compagno”.

ABBIAMO USATO IL CIBO COME “RIEMPITIVO”.

Fare una torta o la pizza ad alcuni ha permesso di assecondare sentimenti misti, come mancanza di una routine e senso di impotenza. Preparare il cibo con le proprie mani, soprattutto il cibo che ci da più conforto, è un gesto che ci riempie, che ci fa sentire utili. Mangiarlo e godere del nostro operato ci fa stare bene, condividerlo con il resto della famiglia ci dona soddisfazione e orgoglio.

Non per tutti è così! E non è assolutamente una colpa.

Per chi infatti non ha avuto voglia di fare una torta o la pizza, tutti i fine settimana, riempire i momenti di vuoto è stato diverso. Il cibo può essere usato come conforto momentaneo, senza per forza doverlo preparare con le proprie mani. Magari qualcun’altro lo ha preparato per noi, o lo abbiamo comprato già pronto. In ogni caso il cibo ha riempito quei momenti di vuoto, d’istinto senza ricette, ma lo ha fatto.

La frenesia di pensare a cosa cucinare o a cosa comprare da mangiare, ha definito la nostra nuova routine

Ma ci ha davvero “riempiti” tutto questo?! Ha colmato i nostri vuoti e la nostra noia?!

 

Mi piacerebbe oggi lasciarvi con questo esperimento:

ascoltatevi bene, sentite dentro di voi.

Tutte le volte che sentite di aver mangiato qualcosa per “noia”, o “gola”, o perché “devo fare questa ricetta per forza”, appuntate su un foglio ciò che state provando.

E ogni volta che sentite le stesse sensazioni, andate a rileggerle.

Questo vi aiuterà a distinguere la vera fame dalla fame “riempitiva”.


Se volete potete scrivermelo anche in privato o sui social.

Nessun giudizio.

E poi ne parliamo insieme se vi va!

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